Luras, piccolo paese della Gallura centrale, è la patria de s’accabadora, la cui storia è avvolta ancora oggi da fascino e mistero. Una figura femminile che si pensava ponesse fine alle sofferenze umane.
Luras
Luras si affaccia sui Monti del Limbara ed è un caratteristico paesino gallurese in cui il grigio del granito fa da padrone tra colline di sugherete. Non a caso, la Gallura è la sub regione sarda in cui viene prodotta la più alta percentuale di sughero di tutta Italia. Pensate che il 10 % della produzione mondiale appartiene alla Sardegna. Ve ne ho parlato anche qui AGGIUS, BANDIERA ARANCIONE E BORGO AUTENTICO DELLA SARDEGNA.
Patria del famoso vino Nebiolo, de S’Accabadora, dei dolmen unici in Sardegna e degli olivastri millenari, tra cui spicca l’olivastro tra i più longevi d’Europa. Si distingue per essere l’unico centro in cui si parla il logudorese e non il gallurese.
La storia fa risalire la nascita del paese a una doppia origine. Si pensava, infatti, che fosse una colonia etrusca o di ebrei deportati dall’imperatore Tiberio nel 19 d.C.
Il paese ha avuto il suo massimo sviluppo nel Medioevo sino a metà del XIX secolo con la fiorente attività agropastorale e il commercio. I luresi erano, infatti, tra i maggiori commercianti di tutta l’isola.
L’origine del Nebiolo
Il territorio di Luras è la patria in cui ha avuto origine la produzione di Nebiolo in Sardegna e che poi si è diffusa anche in altre località. Il più famoso Nebbiolo, con due b, si è diffuso nel periodo dei Savoia, durante la visita del Generale La Marmora.
Dal Piemonte alla Sardegna alla scoperta dell’economia, del territorio, della gente, degli usi e costumi sardi. Il generale portò con sé vitigni di Nebbiolo per sperimentare le eventuali affinità tra le due Regioni. Una volta in Gallura, colpito dalla bellezza del territorio e dalla sua organizzazione economica e sociale, intuì che i terreni della zona avessero le caratteristiche peculiari più proprie per la coltivazione del Nebiolo.
Sempre qui è nata un’associazione a esso dedicata, la Confraternita del Nebiolo, che tramanda la storia di questo vino identitario del paese di Luras. Oggi è diventato a tutti gli effetti il Nebbiolo con due b.
Museo Galluras
Il Museo Galluras è una tappa immancabile durante una visita a Luras perché al suo interno viene custodita una delle storie più affascinanti dell’isola, quella de s’accabadora.
In tanti probabilmente ne avrete sentito parlare, è la storia di una donna che poneva fine alle sofferenze umane. Una figura che rappresentava l’eutanasia ante literam. All’interno del museo è esposto il martello col quale metteva in atto la sua pratica.
Storicamente non si ha la certezza che questa figura sia realmente esistita, ma sono varie le testimonianze che arrivano da varie zone dell’isola. Si pensava fosse diffusa nel Marghine, nella Planargia e in Gallura. Veniva chiamata dai familiari di persone anziane per porre fine alla loro vita oppure di persone molto malate per porre fine alle loro sofferenze.
La leggenda narra che le pratiche di uccisione utilizzate dalla femina agabbadora variavano a seconda del luogo. A volte entrava nella stanza del morente vestita di nero e con il volto coperto per ucciderlo tramite soffocamento con un cuscino, oppure colpendolo sulla fronte tramite un bastone d’olivo (su matzolu) o dietro la nuca con un colpo secco. Altre volte tramite strangolamento, ponendo il collo del morente tra le sue gambe. Lo strumento più rinomato sarebbe una sorta di martello di legno, che è custodito nel museo a Luras.
Si pensa fungesse anche da levatrice e che fosse una figura diffusa in tutte quelle zone della Sardegna dove era quasi impossibile raggiungere un medico in tempi brevi. S’accabadora, quindi, sopperiva alle lunghe distanze.
Il Museo, oltre a tramandare la storia de s’accabadora, ospita oltre settemila reperti datati tra il 1400 e la seconda metà del 1900, legati alla cultura locale e alla tradizione agropastorale. Un museo nel quale vi sembrerà di fare un tuffo nel passato e ammirare la tipica casa gallurese di un tempo.
Tra gli oggetti esposti sono rimasta colpita dalle prove d’esame di quinta elementare, sia per i bambini che per le bambine, che consisteva in una prova di tessitura.
Singolari sono anche gli antichi cavatappi legati indissolubilmente alla tradizione vinicola di Luras. Uno di questi è un cavatappi da taschino creato in onore di Napoleone, infatti, riporta la forma del suo cappello.
I dolmen
I dolmen del territorio sono senza ombra di dubbio un’unicità in Sardegna proprio per la loro struttura. Si distinguono per essere allée couverte, ovvero corridoi coperti, molto simili a monumenti funerari francesi, baschi, catalani, corsi e delle Baleari.
Nel territorio di Luras se ne contano 4, tutti ben conservati e distribuiti in area archeologica vasta e probabilmente di notevole importanza nel Neolitico. Queste sepolture collettive appartengono al fenomeno del megalitismo che nello stesso periodo ha interessato altre parti d’Europa.
I dolmen Ladas e Ciuledda di Luras sono costituiti da grossi blocchi di granito semilavorati e distribuiti a forma rettangolare in modo da formare dei corridori, quello di Ladas è lungo 6 metri. La copertura è sempre costituita da lastroni di granito e questi complessi rappresentano una forma di sepoltura rara.
Gli abitanti di Luras li chiamavano “sepulturas de zigantes” o “de paladinos“, perché si aveva la credenza che vi fossero sepolti dei giganti. In questa zona si sono sviluppati con una maggiore concentrazione rispetto al resto dell’isola.
Olivastri millenari
Attrazione naturale sono gli olivastri millenari che si affacciano sul lago Liscia, uno di questi è il più anziano d’Europa. Gli esperti stimano la sua età intorno ai 3000 anni. Si tratta di un monumento naturale di 12 m di diametro, situato di fianco alla chiesa campestre di Santu Baltolu.
Gli abitanti di Luras lo chiamano s’Ozzastru, olivastro, nel 1991 è stato dichiarato Monumento Naturale e si trova vicino al lago Liscia, in una zona interessata dalla presenza di altri olivastri millenari.
Il sito è attualmente gestito da una cooperativa che offre diversi servizi tra cui, visitare l’Olivastro Millenario, navigare sul lago Liscia a bordo del battello Pollux e viaggiare sul trenino verde. Al momento il sito è chiuso per i mesi invernali, ma sarà sicuramente un’ottima idea per un itinerario di un giorno in Gallura.
Scoprite di più al link http://olivastrimillenariluras.it/.