Il Myanmar o Birmania, come è più comunemente conosciuto, è stato sicuramente uno dei posti più affascinanti che io abbia mai visitato. Da anni avevo riposto questo piccolo sogno dentro un cassetto, nella speranza di aprirlo un giorno e riuscire a realizzarlo. Durante questo lungo viaggio in partenza dallo Sri Lanka, ho potuto finalmente ammirare quella che viene definita la terra dei templi.
Il turismo qui non è ancora diffuso e i trasporti o gli alloggi non sono molto evoluti o alla portata di chi vuole stare comodo e risparmiare allo stesso tempo. L’adattarsi a tutto è ciò che distingue un vero viaggiatore dal semplice turista. Faccio questo discorso perché l’ostello che io e la mia amica avevamo prenotato a Yangoon per la notte era tutto, tranne che confortevole, ma ad ogni modo è andata bene così. Viaggiare e godersi il viaggio è anche questo. Abbiamo potuto conoscere un pochino meglio la China Town che circondava la zona della nostra sistemazione.
Yangoon
Yangoon non è bella, è desolante, è un misto di culture, birmana e cinese, che non convivono, ma si accettano, in un’ atmosfera di povertà assoluta. Ci sono tantissimi palazzi , alcuni dei quali vuoti e mi sono chiesta spesso dove abitassero tutte quelle persone che vedevo per strada. Yangoon è sporca, non è una bella cartolina d’ingresso nel paese. Mi ha resa triste, ma più vedevo e più volevo scoprire.
Non mi soffermo mai alle prime impressioni e alle apparenze, sapevo che sarebbe stato un paese dalle mille sorprese. Prima di partire avevo sentito che le persone qui sorridono molto, in realtà ho potuto notare che non è proprio così. Ti studiano, ti osservano, ma non ti sorridono sempre. Penso che non siano abituati a vedere persone nuove intorno a loro. Si sono aperti davvero di recente al mondo del turismo.
Swedagon Pagoda
La città non ha nemmeno tante cose da vedere, a parte la bellissima Swedagon Pagoda, che spicca quasi come un’oasi nel deserto, appartenente alla brillante epoca della storia buddhista. Lungo la strada per raggiungerla si vedono in lontananza le sue punte d’oro. E’ sicuramente la prima cosa bella che ho visto in Myanmar!!!
L’aria che si respira è davvero particolare, i birmani sembrano essere tutti così particolarmente devoti. Tutti pregano inginocchiati, i monaci celebrano preghiere in gruppo, altri meditano nelle nicchie in maniera molto intima e privata, nonostante il via vai di gente. La visita è libera, ma non gratuita (10000 kyats) e potrete restare sino a tardi.
Bagan
La sera del giorno dopo, con un bus notturno di 9 ore (19000 kyats), arriviamo a Bagan. Uno dei viaggi più tremendi mai fatti in Asia. I bus sono molto scomodi, ben lontani da quelli confortevoli trovati in Thailandia, le strade non asfaltate e con tante curve non hanno contribuito a farci passare una notte tranquilla.
Per fortuna il bellissimo e confortevole Ostello Bello (https://www.ostellobello.com/), ha reso la nostra permanenza eccezionale, con tutti i comfort necessari per un ottimo riposo. Al suo interno si trova anche un piccolo bar e ristorante, con buonissimi piatti tipici. La sera non è consigliato uscire per motivi di sicurezza, ma l’ostello offre tranquillità e intrattenimento per tutti, per non parlare delle tantissime attività da fare nei dintorni.
Nella via dell’ostello ci son varie attività, tra cui quelle di noleggio bici e scooter a prezzi davvero convenienti, mezzi con i quali vi consiglio di visitare la valle famosa in tutto il mondo per i suoi più di 5000 templi. Noi abbiamo optato il primo giorno per la bici, anche se è stato davvero stancante percorrere chilometri a pedalare. La vista ripaga sempre lo sforzo che ci si mette per arrivare in questi luoghi, che sembrano quasi dimenticati. Girare tra i templi di Bagan non ha nessun costo, si paga solo una sorta di tassa di soggiorno all’ingresso dell’aerea archeologica di circa 25000 kyats, valida per cinque giorni. Per il resto potrete circolare liberamente ovunque.
Perdersi a fare foto e scoprire templi isolati e sperduti in totale autonomia, è una delle priorità, ma farlo con una guida ha un suo perchè. Il giorno dopo al giro in bici, abbiamo approfittato di una delle escursioni di gruppo offerte dall’ostello e tramite il noleggio di un’ e-bike, abbiamo potuto seguire il nostro accompagnatore alla scoperta di templi e della vera essenza di Bagan, infatti senza qualcuno che sappia dove muoversi è difficile trovare alcuni dei templi più importanti. La nostra guida non era particolarmente preparata, ma è stata comunque una bella escursione, grazie alla quale siamo riusciti a visitare i templi più belli e particolari, nel minor tempo possibile e senza perderci.
Inle Lake
Il ricordo divertente di questa giornata ci ha permesso di salutare al meglio lo splendore di Bagan e di farci andare verso l’Inle Lake, piene di speranza e voglia di viaggiare. Un nuovo pezzetto di Birmania si apriva a noi e questo ci faceva dimenticare il viaggio traumatico. Nyaung Shwe, una piccola località situata nel lago Inle era la nostra nuova base. Anche qui come alloggio abbiamo scelto l’Ostello Bello Inle Lake, la catena di ostelli gestiti da italiani sparsi per il mondo.
Il Lago Inle è sicuramente una delle tappe obbligatorie in Birmania, un contatto estremo e vicino alla cultura di popoli meravigliosi, ricchi di storia e tradizioni. I colori e i paesaggi sono ineguagliabili. Giardini fluttuanti, palafitte e un tempo che qui sembra essersi fermato, fanno di questo paradiso del Myanmar, una delle mete più entusiasmanti del mondo!
Cosa fare nel lago Inle
Tante sono le attività da fare nei dintorni del lago Inle. Una particolarità è stata la visita in vigna, che non troverete su nessuna guida. Si avete capito bene, una vigna, l’unica in Myanmar. Nata da un esperimento di un europeo che ha voluto investire e puntare sulla realizzazione di un vigneto in una zona insolita. Arrivando da un paese in cui si produce dell’ottimo vino, non potevo che testare questo vino asiatico. Ammetto che ho assaggiato vini migliori, ma comunque è un’esperienza da fare, soprattutto la degustazione nella terrazza con vista panoramica al tramonto. Uno spettacolo stupendo!
Gita in barca nel lago Inle
Una delle escursioni che più mi ha lasciato senza fiato è stata quella in barca nel lago Inle, una giornata intensa e speciale iniziata con partenza dal canale vicino all’ostello con una barca a 4 posti. I paesaggi si rivelano da subito bellissimi!
I pescatori del lago sono tra le “attrazioni” più conosciute del posto. Riescono a reggersi su una gamba a bordo delle loro piccole barchette, usando delle grandi nasse per pescare. I paesini su palafitte, all’interno di una delle quali abbiamo potuto avere un pranzo tipico a base di pesce, sono sicuramente un’esperienza unica nel suo genere. Non capita mica tutti i giorni di salire su una palafitta! Poi ancora un laboratorio tessile, in cui le abili donne con degli antichi telai, tessono seta e cotone. Oppure la produzione di sigarette avvolte in foglie di banano con tabacco aromatizzato.
Pescatore Inle Lake
Penserete che per una gita di giornata sia sufficiente, invece no, perché la varietà di cose da fare in questo lago stupendo è infinita. Durante la stessa escursione, sempre in barca, siamo riusciti a visitare il mercato fluttuante , ricco di colori e profumi , ma anche tanto artigianato locale.
Pagoda di Paya Shwe Inn Thein
Questa parte del Myanmar è rinomata anche per la bellissima Pagoda di Paya Shwe Inn Thein, con i suoi tantissimi stupa. Per raggiungerla, una volta scesi dalla barca, si passa attraverso una strada non asfaltata all’interno di un piccolo villaggio rurale, lontano dalla civiltà, in cui la popolazione vive e lavora per il sostentamento.
Questo è ciò che mi colpisce del Myanmar, un posto unico, fatto di persone splendide, paesaggi incontaminati e uno scorrere lento del tempo, che garantiscono pace e tranquillità. Sensazioni molto diverse da quelle provate all’arrivo a Yangoon. La vera essenza del paese sta in questi luoghi sconosciuti.
L’ultima tappa di questa giornata è stato il monastero Nga Phe Kyaung, anche più conosciuto come il tempio dei gatti, un posto sicuramente attraente per gli amanti dei gatti, ma non per me! Un luogo comunque da visitare se vi capita di fare la stessa escursione.
Il Lago Inle è stato la tappa finale del nostro viaggio. Un viaggio che non ha bisogno di tante descrizioni, un viaggio che va vissuto per essere capito e che trasmette un uragano di emozioni mai provate prima.
Il Myanmar è stato un sogno realizzato e non vedo l’ora di avere nuovamente la possibilità di tornarci, per godere appieno della cultura di un popolo straordinario.