Il paese dell’artigianato tessile in Sardegna è sicuramente Samugheo, custodito gelosamente dalle mani magiche di tessitrici e tessitori. I motivi e i colori unici, rendono le loro creazioni delle vere e proprie opere d’arte, che si perdono nella profonda simbologia delle antiche decorazioni.
Samugheo
Samugheo è un altro dei borghi autentici della Sardegna e sorge nella regione del Mandrolisai. Un tempo chiamato “porta della Barbagia”, perché situato proprio al confine tra le due sub-regioni. Le sue vie ,tra case di trachite e murales, raccontano della tradizione antichissima tramandata da generazioni, la tessitura.


Ogni anno tra settembre e ottobre, Samugheo mette in mostra il meglio dell’artigianato sardo grazie a Tessingiu. Una manifestazione in cui è possibile acquistare i manufatti di 70 artigiani sardi. La fiera, allestita nella ex cantina sociale, vi farà letteralmente innamorare dell’artigianato sardo.
Samugheo è famoso anche per la tradizione del pane, su Tzichi. Nel mese di ottobre si tiene l’omonima sagra, durante la quale è possibile seguire tutte le fasi della realizzazione di questo pane buonissimo che arriva da antiche ricette, tenute vive ancora oggi.
Il Carnevale, poi, è un altro appuntamento da annotare per i mesi invernali, in cui il centro Sardegna celebra e rinnova antichi riti pagani.
Il bellissimo museo MURATS – Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda, tramanda e conserva la memoria storica tessile della Sardegna ed è una tappa immancabile durante un visita a Samugheo.
MURATS – Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda
Il MURATS, situato nella periferia del paese, nasce dalla volontà di custodire l’antico patrimonio tessile sardo. Negli ampi spazi espositivi è possibile visitare anche delle mostre d’arte contemporanea, oltre che la collezione permanente di manufatti provenienti da tutta l’isola.

Tra questi sono presenti 5 dei tradizionali “tapinos de mortu“, utilizzati tempo fa per disporre la salma e celebrare il funerale. Facevano parte del corredo della sposa, soprattutto di famiglie agiate e venivano prestati all’occorrenza a chi ne aveva bisogno. Questi drappi funebri, sono tra i prodotti tessili che più affascinano per la loro storia. Le abili tessitrici li realizzavano con motivi carichi di simbologia, legati a un tempo in cui la vita e la morte non erano altro che un ciclo continuo.

Sono davvero pochi gli esemplari di tapinos e il loro utilizzo raccoglie in sé riti e credenze pagane. Il defunto veniva adagiato sopra il drappo per la veglia funebre e i simboli decorativi lo accompagnavano nel passaggio al mondo dell’aldilà. Questo momento veniva spesso celebrato con i classici “attittos“, canti dedicati ai defunti, in cui le prefiche cantavano la vita e ne piangevano la scomparsa tramite una cantilena in rima.
Una variante dei tapinos, sono le fressadas, che si distinguono per la zona di provenienza (Orgosolo e Oliena) e la diversa lavorazione fatta con telai differenti. Ciò che li accomuna è la simbologia ricorrente, che rappresenta il continuo cambiamento, in cui non c’è inizio o fine della vita. Tra i simboli più forti, il cervo, che raffigura la forza con cui il defunto veniva spinto nell’aldilà, per evitare che non tornasse indietro a tormentare i vivi. L’albero della vita. che rappresenta il continuo evolversi dell’esistenza. Passando dalle radici, che sono la terra, per il tronco e infine per i rami, che a loro volta simboleggiano acqua e aria. Dee madri partorienti, uccelli, simboli di vita e di morte spesso in rapporto fra loro.

Qui trovate tutti i servizi del museo http://www.murats.it/.
Tessingiu – Mostra dell’Artigianato Sardo
Un paese con una così forte tradizione tessile non poteva non ospitare la mostra Tessingiu, che quest’anno giunge alla sua 54esima edizione. Negli spazi della ex cantina sociale si aprono le varie esposizioni di tantissimi artigiani sardi che ogni anno partecipano a questa manifestazione. Un ottimo spunto per visitare un paese vocato all’artigianato tessile come Samugheo, ma anche per conoscere le opere d’arte di diverse parti dell’isola. Non potrete andare via senza acquistare uno dei tanti prodotti! Se siete solamente curiosi, potrete semplicemente visitare gli spazi espostivi pagando un ticket di 2,00 euro.

Tessingiu nasce dalla prima manifestazione della Pro Loco di Samugheo ” Mostra dell’artigianato del Mandrolisai”, con lo scopo di salvaguardare quest’antica arte. Una fiera in cui all’artigianato tradizionale si affiancano pezzi unici dell’artigianato più moderno, che lo rendono singolare e variegato, tra più ricchi del Mediterraneo.

L’orbace di Mario Garau e Franca Carta
La lavorazione dell’orbace è una delle più antiche in Sardegna e richiede una grande conoscenza delle tradizione. Lo sanno bene Mario Garau e Franca Carta. Durante una visita a Samugheo ho voluto visitare il loro laboratorio e consiglio anche a voi di prendervi del tempo per visitare qualche bottega e conoscere più da vicino queste arti.

L’orbace è un tessuto che deriva dalla lana cotta, che Mario e Franca prendono direttamente dai pastori e lavorano seguendo i passaggi di un tempo. I vari filati che si ricavano vengono passati al telaio, per poi essere pronti per la tintura con erbe naturali, seguendo l’antica tecnica. I colori naturali che si possono ottenere sono il moretto, il grigio e il bianco.

Un tessuto antichissimo, che alcuni fanno risalire all’epoca romana e che in Sardegna aveva un ampio utilizzo. Deriva da un lungo processo di lavorazione, che durante le varie fasi rende la lana infeltrita. Il tessuto, quindi, appare abbastanza compatto, impermeabile e molto caldo. Si prestava ad essere indossato, sotto forma di gabbanu (cappotto o mantello), da pastori e contadini durante l’inverno nei lavori in campagna.
Oltre all’orbace, Mario e Franca, confezionano altri prodotti con i tantissimi tessuti all’interno del loro laboratorio, dai cuscini, alle bisacce, ad altri oggetti confezionati su richiesta.

Su Tzichi
Su Tzichi è il pane tipico samughese, in cui la tradizione è il filo conduttore che rende questo paese culturalmente attivo e vivo. La particolare lavorazione artistica, messa a punto nelle fasi precedenti la cottura, gli conferiscono una forma ed una colorazione unica. Si tratta di un pane secco, fatto di semola di grano duro e cotto nel forno a legna.

Una delizia da assaporare durante l’omonima sagra a ottobre e che inebria le strade di Samugheo del profumo del pane appena sfornato. Durante la sagra è possibile visitare il Museo del Pane allestito nella Casa Serra, aperto al pubblico insieme alle altre case storiche del paese. Qui è possibile seguire tutti i procedimenti della lavorazione del pane.
Castello Medusa
Samugheo vanta anche i resti di un misterioso castello del IV secolo d.C., Castello Medusa, che sorge sull’altura del colle sa Conca ‘e su Casteddu. A suo riguardo sono scarse le notizie storiche, ma si dice sia legato alla leggenda della regina Medusa, che in realtà era un’antica divinità pagana.
La principessa Medusa era figlia di Phorco, venuto dall’Africa, si proclamò re di Sardegna e fece costruire il castello. Alla sua morte la figlia ereditò sia il castello che tutti i tesori. La ragazza morì, purtroppo, durante una battaglia per mano di Perseo lasciando in custodia al diavolo, tesori e castello. Si narra che tra quelle mura spesse si nascondano ancora misteri e fantasmi avvolti nella leggenda.
Avrei voluto visitarlo, ma non è facile arrivarci per via della fitta vegetazione. Se volete lasciarvi affascinare da storie e leggende di questo posto incantato, armatevi di scarpe comode per poterlo visitare.

Vi piacerà girare per le vie di Samugheo tra le case tipiche di trachite rossa che lo rendono davvero caratteristico. Sarà un piacere scoprire quanto la tradizione tessile sia profondamente radicata in ogni suo abitante. Tanti di loro hanno scommesso contro la modernità, tramandando un’arte così antica, custode della loro cultura identitaria.
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